I picchi estivi legati alla ripresa dei consumi hanno evidenziato che il sistema logistico e distributivo nazionale è insufficiente a sostenere la crescita e le fluttuazioni dei consumi.
Perché l’estate 2021 è stata così “critica”?
Si è spesso considerato il sistema logistico come un sistema con illimitata capacità operativa; al contrario, in un periodo storico caratterizzato da forti pressioni finanziarie e da estrema carenza di figure professionali (in primis gli autisti), si è reso evidente che questo limite esiste eccome, che la capacità è in continua contrazione e che il sistema è ormai sottodimensionato per far fronte alla ripresa della domanda.
La criticità risulta più evidente nei mercati con stagionalità significative, in cui emergono problemi di disponibilità e di flessibilità di un settore che, è bene ricordarlo, per ovvie ragioni di sicurezza stradale, è caratterizzato da stringenti normative riguardanti i limiti di orari di guida e riposo e che quindi dispone di minori leve rispetto ad altri.
Come e dove si è manifestato il disagio?
Durante l’ultima stagione estiva, caratterizzata da un’auspicata ripresa dei volumi, il fenomeno si è manifestato da subito alimentando una catena di criticità:
- Difficoltà nel reperimento di mezzi sufficienti all’evasione del portafoglio ordini
- Ritardi nelle conse
- Ordini persi o annullati
- Inefficienza in tutti i processi logistici (approvvigionamento, network interno, rotture di stock, difficoltà nella gestione della scadenza dei prodotti)
- Penali da parte dei clienti
- Perdita di nuove opportunità
Restando all’interno dei confini nazionali, già da giugno, le prime sofferenze hanno riguardato i flussi in partenza dalle regioni del Nord Italia, sia per il medio-corto raggio che per le tratte più lunghe. Con l’esplosione del caldo e il picco turistico, la criticità si è estesa ai traffici destinati alle regioni del Sud Italia, in particolare nelle zone che presentano un maggiore gap di volumi tra bassa e alta stagione.
Quali altri fattori hanno inciso?
In un sistema complesso, che vede coinvolte almeno 3 categorie di soggetti (committente/produttore, operatore logistico/distributivo e cliente/retailer), le azioni messe in campo per rispondere alle “sollecitazioni” del periodo sono state disomogenee; la rigidità di alcuni soggetti ha spesso compromesso le azioni volte a migliorare la flessibilità di altri, contribuendo ad appesantire ulteriormente la situazione.
In aggiunta, alcune soluzioni strategiche (che, come tali, necessitano di programmazione) che avrebbero potuto alleviare i disagi (come, ad esempio, il ricorso sistematico all’intermodalità per le tratte di medio lungo raggio) sono state adottate solo in parte o con tempistiche che non ne hanno permesso l’attivazione o il massimo beneficio.
Qual è l’outlook per la prossima estate?
Tutti ci attendiamo che, più o meno velocemente, vi sia la tendenza al ritorno alla vita “pre-pandemica” che, seppur con accorgimenti ormai inevitabili, porterà un’ulteriore ripresa del turismo internazionale, dei consumi “out of home” e quindi, in generale, dei volumi da distribuire.
A questa previsione si contrappone una contrazione continua della capacità distributiva, ormai diffusa in tutto il continente europeo: alcune fonti indicano la necessità di 5.000 autisti in Italia rispetto al fabbisogno attuale, che saranno 17.000 entro 2 anni e una curva di incremento esponenziale se proiettata su un orizzonte di 10/15 anni, a causa del disavanzo tra uscite dal mondo del lavoro e accesso alla professione dei giovani.
“Lo studio stima che in Germania, due terzi degli autisti andranno in pensione nei prossimi 15 anni. In Italia il settore sta attraversando una dinamica simile” (https://www.ilsole24ore.com/art/l-italia-cerca-17mila-autisti-serve-decreto-flussi-ad-hoc-AEGGd6b?refresh_ce=1)
“…con la ripresa del 2021 la situazione sta rapidamente peggiorando, con aumenti percentuali che raggiungono le tre cifre. Lo comunica l’Iru (International Road Transport Union) che periodicamente elabora un rapporto sulla situazione a livello mondale. All’inizio di giugno 2021, l’organizzazione stima che quest’anno la carenza potrebbe aumentare di un quarto rispetto al 2020…” (https://www.trasportoeuropa.it/notizie/autotrasporto/aumentera-la-carenza-mondiale-di-autisti-nel-2021/)
E quindi?
In uno scenario che, sul medio periodo è potenzialmente catastrofico, vi sono alcune risorse cui è possibile affrancarsi:
Il tempo: ci sono 9 mesi per prepararsi all’estate più complicata degli ultimi decenni e, visto l’orizzonte di lungo termine di questo scenario critico, potrebbe essere l’occasione per riorganizzare strategicamente la propria supply chain, adeguandola alle sfide future.
Esistono numerose leve su cui è possibile agire per migliorare la funzionalità distributiva, sia dal punto di vista tattico che strategico:
Aumento capacità distributiva attraverso la stipula di accordi più fidelizzanti e/o lo scouting fornitori più affidabili
Adozione di modalità alternative di trasporto con utilizzo sistematico dell’intermodalità per tratte medio-lunghe e del trasporto tutto-strada prioritariamente per tratte brevi
Revisione del network ripensando la logica e la dislocazione degli stock
Miglioramento della produttività dei mezzi mediante l’ampliamento delle finestre di carico e scarico e l’utilizzo di sistemi digitali di visibilità e di pianificazione dinamica